martedì 1 luglio 2014

CLXXIV

Calo giù come fiocco di neve
l'ascensore mi riflette senza più misura
temo di sciogliermi arrivando a terra.

Giù il mondo mi appare sempre uguale
sono io solo più solo adesso.

Il mio corpo è ancora lì disteso
e vago come un ectoplasma
alla guida non sono io.

Due o tre caffè e poche sigarette
riprendo i sensi e ancora una volta ricoloro.

Ho partorito una palla di fuoco
energia latente dello stomaco
mi rendo conto adesso ch'è finita.

Mi resta la poesia
questa poesia splendente
che Iddio mi ha regalato.

Continuerò con lei come mia sposa.

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