martedì 15 luglio 2014

CLXXXXVIII

Strazio di pianti dinanzi all'Offertorio
io lacrime niente, non le so versare
piangevo una perduta identità 
ne sono uscito ritirando due rametti.

Piangevo la storia oramai conclusa
con una bambola dagli occhi di smeraldo;
la nostra non è che sfida, m'aveva già avvisato,
aggiungendo la mia intenzione è di distrugger te.

Ho il suo ombelico ficcato dentro il cuore
il pelo delle ascelle, la sua lingua
non è da me reggere scontri con Francesca
vince l'amore sì, quando è ripartito.

Deve esserci il momento dello strappo
quello del cuore, con il corpo son lontano;
implorerò al vento mi sia restituita
ma, vedo, c'è troppa acqua sotto i ponti.

E implorerò per notti e giorni,
per un anno, perché non mi sia vicina;
non è un fantasma, è realmente donna,
ottenga anche sempre quel che cerchi.

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